stupore [dal latino stupor -oris, der. di stupere “stupire”] (stu.pò.re) s.m. 1. Senso di grande meraviglia, incredulità, disorientamento provocato da qualcosa di inatteso. 2. arc. Stordimento. Intorpidimento. 3. In
medicina, arresto della motilità volontaria, associato a stupore dell’attività ideativa o distacco dalla realtà esterna.
amaze.ment (1595) as.ton.ish.ment (1586) (da ex + tonare, più potente del tuono)
asombro (dal verbo asombrar ovvero a-sombra, fare un’ombra più grande dell’altra)
étonnement (1676, estonement XIII sec.) (da Cartesio, lo stupore è un eccesso di ammirazione che non può che diventare meraviglia) (dal verbo étonner originario dal latino popolare extonare)

LO STUPORE DI UN'IMPRESA SOGNATA E FINALMENTE PORTATA A TERMINE
L’interpretazione attraverso le fotografie di Giancarlo Maiocchi

Sembra che niente ci possa più impressionare: la vita, le città, i viaggi lontani, le persone che incrociamo, le tante, tante immagini che in ogni momento ci entrano negli occhi e su dritte al cervello. Siamo cosi intossicati di immagini reali e virtuali che tutto sembra scorrere addosso senza lasciare niente.

Eppure basta tornare alla radice delle parole per ritrovare l’emozione che le ha generate: étonnement da ex-tonare, una sensazione più potente del tuono; asombro da a-sombra, quando una grande ombra ne copre un’altra più piccola. Lo stupore dell’uomo antico che in Natura trova i paragoni e le immagini per dare forma a qualcosa più potente di sé, al punto di schiacciarlo contro un muro facendolo sentire cosi muto e piccolo.

Lo stupore dell’uomo di fronte a una grande montagna che improvvisamente appare dopo ore di percorso; lo stupore di un gesto amoroso, istintivo del proprio figlio; lo stupore per quello che trovi camminando veloce dietro l’angolo in una metropoli anonima e sconosciuta; lo stupore di un’emozione che emerge improvvisa dal profondo invadendo corpo e spirito; lo stupore di chi capisce che non ce la può fare; lo stupore di un’impresa sognata e finalmente portata a termine.

Un tempo fulmineo che conquista lo spirito e lo sguardo dando immediatamente scacco matto ai preconcetti e al cinismo che attanaglia le emozioni più profonde liberando energie e potenzialità inimmaginabili.

Lo stupore ti riporta per un attimo bambino, ma se ci si riesce a fermare anche per un solo attimo quell’emozione viene poi filtrata dal gusto consapevole dell’individuo con storia ed esperienza vissuta. Come ricordare un profumo intenso o ritrovare in bocca il sapore di un gusto amato.

Erano quindici giorni
che mi muovevo
in mezzo a persone
segni e luoghi sconosciuti.
Persino i segnali stradali
usavano codici indecifrabili
quando arrivai alla stazione e vidi
una infilata di seggiole colorate
di Charles Eames.
proprio la in mezzo al mio nulla.
Mi prese una emozione fortissima
come se avessi incontrato un familiare

– ANNA BARBARA –

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